La Sindrome della spalla dolorosa interessa milioni di persone ogni anno e rappresenta una causa frequente di assenza dal lavoro.
La spalla è l’articolazione più mobile del nostro corpo e, dal punto di vista anatomico e bio-meccanico, molto complessa. Lo spazio nel quale scorrono i tendini responsabili del suo movimento (i tendini della “cuffia“) é alquanto ristretto ed ogni movimento produce attriti, compressioni e microtraumi che, nel tempo, possono dare origine a dolore e limitazione funzionale: dopo i 40-50 anni (ma anche prima, in base a fattori costituzionali, occupazionali, ecc) spesso i tendini della cuffia presentano, anche senza sintomi particolari, segni di degenerazione ed involuzione.
L’origine del dolore può essere traumatica o non traumatica. La causa non traumatica più frequente è proprio la tendinite (cioè l’infiamazione dei tendini). Altre cause comuni sono le patologie del tendine del capo lungo del bicipite, le sindromi da conflitto, l’artrosi, le periartriti (con o senza calcificazioni) e le capsuliti adesive (“spalla congelata“).
Un accurato percorso diagnostico è fondamentale per la scelta del trattamento, sia esso di tipo conservativo (fisioterapia, terapia farmacologica, ecc) o chirurgico.
Il dolore è l’elemento principale di questa patologia: acuto o cronico, si localizza alla regione anteriore della spalla, spesso si irradia alla superficie esterna del braccio e comporta una limitazione funzionale. Peggiora tipicamente di notte e con l’attività fisica ripetitiva.
Gli esami strumentali di I livello a disposizone per la diagnosi di spalla dolorosa sono la Radiografia Standard e l’Ecografia. La prima è in grado di evidenziare la patologia ossea o la presenza di calcificazioni periarticolari.
L’Ecografia, metodica non invasiva di largo impiego, consente di ben evidenziare la patologia dei tendini, le alterazioni ossee della testa omerale (sede di inserzione dei tendini della cuffia), la presenza di calcificazioni tendinee e di versamento articolare o bursale.
Nelle diagnosi più complicate, quando il dolore non risponde ad una adeguata terapia conservativa ed in tutti i casi che necessitino di trattamento chirurgico, è indicato il ricorso alla Risonanza Magnetica, indagine di II livello che consente lo studio di dettaglio di tutti gli elementi della spalla (e delle articolazioni in genere).
La maggior parte dei casi di spalla dolorosa può trarre beneficio da una corretta riabilitazione, mirata al raggiungimento della massima funzionalità possibile. La terapia fisioterapica strumentale può ridurre le contratture antalgiche e limitare l’infiammazione. La piscina inoltre rappresenta un valido aiuto nel recupero della mobilità sia nelle condizioni non traumatiche che nelle immediate fasi post-chirurgiche. In tutti questi casi l’uso dell’ambiente acqua riveste una notevole importanza: all’interno dell’acqua i movimenti risultano facilitati, la resistenza offerta da questo elemento naturale è graduale e non traumatica; pertanto il movimento in acqua è meno doloroso e, quindi, più indicato per quei pazienti che hanno subito un intervento chirurgico alla spalla o che soffrono per questa articolazione.
Dott.ssa Dalle Donne Paola
Specialista in Radiodiagnostica