La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica della pelle che coinvolge circa il 2-3% della popolazione mondiale.
Le ragioni per cui la psoriasi si sviluppa non sono ancora completamente note, ma la principale causa sembra essere la predisposizione genetica. Tuttavia, anche alcuni fattori ambientali, combinati a quelli genetici, possono determinarne la comparsa. Sicuramente, uno dei fattori ambientali più comunemente implicati è il traumatismo: nella psoriasi è infatti possibile osservare il cosiddetto “fenomeno di Koebner”, per cui la chiazza psoriasica si localizza in sede di pregresso trauma (ad esempio graffi, zone di sfregamento, o in casi più rari, tatuaggi).
A livello clinico, si può presentare in diverse forme: a placche, guttata (se le chiazze sono di piccole dimensioni), nummulare (se le chiazze presentano la dimensione di una moneta), generalizzata, inversa (se localizzata alle pieghe, come ascelle od inguine) o pustolosa.
La forma più diffusa è sicuramente quella a placche che è caratterizzata da lesioni simmetriche, di colorito rosa-rosso, intensamente desquamanti e ben demarcate rispetto all’adiacente cute sana. Le zone interessate sono generalmente i gomiti, le ginocchia, la regione sacrale e quella ombelicale. Le placche guariscono senza lasciare cicatrici. Nel 10-30% dei casi si può localizzare anche a livello delle unghie oppure associarsi ad un coinvolgimento articolare, determinando il quadro dell’artropatia psoriasica.
La psoriasi è una malattia che può colpire ogni età, anche quella infantile, e presenta un andamento cronico, con periodi di esacerbazione e periodi di remissione.
Sebbene in passato fosse considerata “la malattia dei sani”, da alcuni anni si è scoperto che la psoriasi si può associare a numerose altre patologie, quali l’obesità, il diabete, l’ipertensione arteriosa o le malattie infiammatorie croniche intestinali, e pertanto, le persone affette da questa malattia, in particolare nella sua forma severa (ovvero nel caso in cui coinvolga almeno il 10% della superficie corporea) dovrebbero essere sottoposte a controlli medici più serrati, monitorare la pressione arteriosa, e ridurre il peso corporeo in caso di sovrappeso.
Proprio per il suo andamento cronico-recidivante, la possibile presenza di altre patologie associate ed il coinvolgimento di aree visibili, come le mani, il volto o il cuoio capelluto, la psoriasi presenta sicuramente un notevole impatto negativo sulla qualità di vita del paziente. Sono state perciò proposte, nel corso degli anni, numerose terapie volte a mantenere il più a lungo possibile il paziente libero dalle lesioni.
Le terapie della psoriasi si possono, infatti, suddividere in due categorie, le terapie topiche, per le forme più lievi, e le terapie sistemiche, che vengono somministrate nelle forme gravi o interessanti le aree sensibili (es. genitali, viso, mani, cuoio capelluto). Tra le terapie topiche troviamo creme od unguenti a base di cortisone, derivati della vitamina D, derivati delle vitamina A (retinoidi), acido salicilico, emollienti e prodotti a base di urea, volti a ridurre lo spessore delle placche e ridurne la desquamazione. Inoltre, tra i trattamenti topici troviamo anche la eliobalneoterapia, ovvero l’esposizione alla luce del sole, e le lampade UVB-NB, che non sono quelle comunemente utilizzate dai centri estetici, bensì sono apposite lampade a UVB presenti nei centri ospedalieri di riferimento per tale patologia.
Le terapie sistemiche possono a loro volta essere classificate in terapie tradizionali, tra cui troviamo la PUVA terapia, l’acitretina, il metotrexate, o la ciclosporina, e terapie biologiche. L’avvento di queste ultime ha sicuramente rivoluzionato il trattamento della malattia, in quanto i farmaci biologici, molecole sintetizzate in laboratorio che vanno a bloccare specifici processi di infiammazione determinanti la formazione della placca psoriasica, presentano una notevole efficacia anche nelle forme più severe, hanno un’elevata rapidità di azione e sono di facile somministrazione.
Tuttavia è importante ricordare che dalla psoriasi non si guarisce definitivamente, poiché è per sua natura una patologia con andamento cronico-recidivante, ma con i trattamenti attuali si possono controllare le manifestazioni della malattia anche per lunghi periodi.
In caso si sia affetti da questa patologia, in particolare se molto estesa, è quindi importante rivolgersi al proprio dermatologo per ottenere adeguati consigli su quale sia il trattamento migliore da utilizzare e quale sia il percorso diagnostico-terapeutico per escludere e curare le eventuali patologie associate.
Dott.ssa Michela Magnano
Specialista in dermatologia