“Dottore soffro di capogiri”, “mi sento instabile”, “vedo la stanza ruotare intorno a me”, “quando cammino ho l’impressione di cadere”, queste sono le più comuni espressioni riportate al medico dal paziente con disturbo dell’equilibrio.
Tale disturbo, generalmente sintetizzato nel termine “vertigine”, rappresenta una delle più comuni cause di richiesta di visita medica e di consulto dello specialista. Classicamente le vertigini vengono distinte in periferiche (a partenza dall’orecchio), di competenza otorinolaringoiatrica e centrali (a partenza dal sistema nervoso centrale), di competenza neurologica.
Non è sempre agevole distinguere una forma dall’altra, soprattutto se mancano altri sintomi di accompagnamento riferibili ad una patologia dell’orecchio o ad un disturbo cerebrale.
E’ bene intanto chiarire alcune cause di vertigine.
Tra le forme periferiche la più comune è senz’altro la Vertigine Parossistica Posizionale Benigna, un’affezione benigna che si manifesta durante movimenti del capo ed in forma di parossismi. Si tratta della vertigine scatenata dallo spostamento degli otoliti, comunemente noti come “sassolini”, in strutture dell’orecchio interno. La risoluzione prevede l’esecuzione di manovre liberatorie su lettino.
Altre cause sono rappresentate da neurite vestibolare, malattie dell’orecchio, traumi. Le forme centrali sono associate a patologie vascolari, malattie neurologiche, traumi o tumori del sistema nervoso centrale.
Territorio di confine è la vertigine emicranica che rientra appieno nel capitolo dell’emicrania, ma che è spesso diagnosticata dallo specialista otorinolaringoiatra per esclusione di una forma periferica.
L’illusoria sensazione di instabilità e di movimento del soggetto o dell’ambiente circostante genera una serie di sintomi che si affiancano alla vertigine, quali nausea, vomito, sudorazione e tachicardia.
La durata della crisi può essere variabile da qualche secondo a qualche ora, o finanche più; analogamente l’intensità della sintomatologia può essere blanda tanto da essere sottovalutata o così violenta da limitare le normali attività quotidiane.
Il consiglio è quello di evitare di compiere azioni e movimenti pericolosi per sé e per gli altri (come ad esempio guidare un’automobile, salire o scendere le scale senza accompagnamento), ma di approfondire il sintomo vertigine sia che si tratti del primo episodio, sia che si presenti in forma ricorrente, con una visita specialistica dal medico otorinolaringoiatra. Da sconsigliare il ricorso ad autosomministrazione di sostanze farmaceutiche che silenziano il sintomo ma non risolvono la causa.
Dott.ssa Giorgia Ciammetti
Specialista in Otorinolaringoiatria